Artigiano, nella storia

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Artigiano, nella storia

Prima dei romani, l'artigiano era considerato al pari di uno schiavo, la loro condizione giuridica era assai precaria.
Poi successivamente con i Romani, la loro condizione giuridica migliorò, infatti potevano ottenere la dignità di cavaliere; Fu un periodo importante, a Costantinopoli istituirono particolari vincoli per far si che si continuasse il mestiere in ambito familiare, insieme alle corporazioni assunsero un ruolo importante per trasmettere le conoscenze agli uomini facente parte l'Impero romano.

Durante il Medioevo, diventarono figure sempre più importanti e conosciute, si riunivano in cooperative, in associazioni riconosciute dagli enti locali, a cui davano diversi diritti.
Il compito delle cooperative era quello di controllare il prodotti e la distribuzione della merce, per verificarne la qualità e per far si che non avessero concorrenza. Naturalmente i muratori erano le corporazioni più ricche, i quali godevano del lusso di riunirsi negli appositi locali: logge.
Nel resto del mondo:
Non fu così nel mondo islamico, in cui la considerazione degli artigiani era assai minima, mentre in Oriente, erano diffusi nei centri religiosi e corti; in India ed in Europa, l'artigiano nella geriarchia sociale, occupava la seconda fila, insieme ai commercianti.
In passato perchè un artigiano entrasse in cooperativa, doveva lavorare fino da giovane sotto un artigiano esperto, una volta completato l'addestramento diventavano operai ed avevano diritto ad una retribuzione.